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"Il libro si apre con una lirica la cui protagonista è una poderosa balena bianca alata, inverosimile creatura mitica, che antepongo al mio racconto, un'entità animale stimolante, mia prerogativa, perché l'intendo superiore all'uomo, essere troppo diffusamente barbaro. La stessa dà il titolo all'opera, per il dono di libertà che effonde, perché forse son io, o verosimilmente, vorrei esserlo. Son io, che svolo sulle stagioni della memoria e i suoi personaggi. La balena discerne gli istanti, le sensazioni, che tra mille e doppi rintocchi hanno vero significato, libera l'intimità e le frustrazioni di un vissuto complesso, o perlomeno così l'intendo." (Monia Moroni)